Il punto della situazione: cosa è stato fatto.

Recenti osservazioni ottenute dall’unità di ricerca coordinata dal prof R.C. Melcangi dell’Università degli Studi di Milano hanno dimostrato che il trattamento con paroxetina in un modello animale è in grado di modificare la sintesi degli steroidi a livello cerebrale, cioè la neurosteroidogenesi. In particolare, e questo risulta specialmente importante per la PSSD, la sospensione del farmaco è in grado di modificare ulteriormente il processo steroidogenico, inducendo una persistente diminuzione dei livelli di neurosteroidi (Giatti et al., Psychoneuroendocrinology, 2021). Questo è interessante poichè i neurosteroidi, essendo degli importanti regolatori della funzionalità cerebrale, potrebbero essere quindi i responsabili di molti effetti collaterali che si riscontrano nella PSSD. Inoltre, un’alterazione della neurosteroidogenesi è anche riscontrabile nella sindrome post-finasteride (PFS), come dimostrato in un modello animale (Giatti et al., Neuroendocrinology, 2016). Tali osservazioni supportano l’ipotesi (Giatti et al., Endocrine, 2018), ovvero che i meccanismi patologici che inducono la PSSD e la PFS possano essere simili.

 

Quali sono quindi i prossimi passi?

Per avvalorare ulteriormente questa ipotesi e per definire nel dettaglio i meccanismi coinvolti nella patogenesi della PSSD, intendiamo valutare:
1) se la paroxetina sia in grado di interagire, come la finasteride (Giatti et al., J. Med. Chem., 2021), con altre molecole al di là del proprio bersaglio molecolare, suggerendo meccanismi d’azione alternativi;
2) se in un modello animale, il trattamento con paroxetina, così come anche la sua sospensione, siano in grado di alterare il microbiota del tratto gastro-intestinale, come avviene per la finasteride (Diviccaro et al., Psychoneuroendocrinology, 2019), e/o la steroidogenesi del colon (Diviccaro et al., J Steroid Biochem Mol Biol. 2020)
3) se anche nel modello animale trattato con paroxetina sia riscontrabile, come nei pazienti PSSD, una alterazione della funzionalità sessuale persistente e definire i meccanismi patologici coinvolti.

 

Queste osservazioni saranno importanti non solo per chiarire i meccanismi fisiopatologici della PSSD ma anche per definire ulteriori criteri diagnostici ed identificare possibili strategie terapeutiche.

Continua la raccolta fondi

Come riportato nella sezione “Founding sources” dello studio pubblicato su Psychoneuroendocrinology (vedi il nostro breve articolo dedicato allo studio), le donazioni organizzate dal gruppo italiano di pazienti PSSD hanno contribuito alla realizzazione del lavoro.
Chi è interessato a supportare questa ricerca sulla disfunzione sessuale post-SSRI, può continuare a farlo dalla pagina del GoFundMe.
Le cose da fare sono molte e non è noto a priori tutto ciò che ci sarà da fare e quali saranno i risultati, quindi più risorse riusciamo ad ottenere e meglio è.

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